venerdì 17 maggio 2013

La mano di Dio

Quando andavo alle scuole elementari mia madre scelse di mandarmi in un istituto di suore domenicane in Puglia ( la sorella di mia nonna ne era Madre generale di quell'ordine di suore).
Ci andai dalla prima alla quarta, mentre  la quinta l'ho frequentata a Bergamo a causa di un trasferimento lavorativo di mio padre.
Per quei quattro interminabili anni sono stata presa a schiaffi, a volte calci, a volte tirata per i capelli, da queste represse isteriche "sorelle " di Gesù per qualunque ragione. Se non mangiavo tutta la sbobba ( nauseabonda ) nel refettorio, se ero lenta nel fare qualcosa, se dimenticavo un quaderno, o se disubbidivo a qualche regola.
Come me, tutti. Chi più chi meno. E i genitori sapevano. Chi più chi meno.
Ma essendo cresciuti anche loro con la stessa ricetta, seppur in molti casi adulti acculturati, ritenevano comunque andasse bene.
Ricordo che una volta presi più botte in assoluto che nei quattro anni totali solo perchè provai a difendere mio fratello Stefano che a sua volta veniva punito ( con schiaffi ) durante la ricreazione per una ragione che non ricordo, ma qualunque fosse stata, non giustificava tanta cattiveria e accanimento.
Botte, tante botte, che non ho dimenticato.
Suore che odio e odieró per sempre. Le suore in generale non mi suscitano alcun sentimento positivo.
Quegli anni in parte hanno generato in me comportamenti di continua a volte inutile difesa e di una fragilità che si manifesta con il suo contrario più che mai negativo. 
La quinta elementare in una scuola normale fu un ennesimo trauma. Coprivo la testa a protezione appena la maestra aveva un movimento delle braccia più ampio, e ricordo che lei invece era dolce e comprensiva. Non capivo perchè non mi desse anche lei " quel che mi meritavo" come le suore avevano sempre detto nei loro mantra malefici.

Non ho figli.
Ma sono attenta a quelli degli altri. E l'argomento educativo mi ha sempre attratto tanto da studiarlo e farne una professione, anche se mi occupo solo di adulti. 
Ma tutti siamo stati bambini. E certe cose da bimbi non le scordi più.
Sono felice che adesso a scuola e negli asili ci sia attenzione e tutela. Non elimina il male, ma questa sensibilità accerta che queste represse, malate, ignoranti educatrici vengano controllate e  spero in seguito vincolate all'esercizio della professione in modo definitivo. 
Che non abbiano più a che fare con persone inermi, indifese, e che dovrebbero in quei luoghi assorbire il rispetto e l'apprendimento, non odio e vendetta o peggio violenza fisica e psicologica.
Perche credo che un adulto violento la violenza l'ha ricevuta. E spesso non riesce a elaborarla, superarla, o almeno ad averne coscienza dei suoi devastanti effetti, per sè e per la vita con gli altri.

Alle suorine del 1979 ho sempre augurato che la solitudine e l'indifferenza fossero il premio per le loro gesta al termine dei loro giorni. 
E che la mano di Dio, e non la loro, avesse accorciato il loro inglorioso cammino.

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