martedì 25 gennaio 2011

il sentiero della felicità


Il concetto di anima gemella mi dà davvero sui nervi. Rinunciare all’idea che da qualche parte esista l’anima gemella e che scovarla sia nostro compito può essere davvero una liberazione. Persone con situazioni matrimoniali ideali mi confidano con tristezza che il loro fallimento più grave consiste nel non aver trovato l’anima gemella. Il termine anima gemella viene confuso con qualunque cosa, dall’infatuazione al desiderio, e usato come pretesto per l’agguato, l’ossessione e la violenza domestica. Forse sarà utile affrontare direttamente tale concetto. Il nostro spirito è creato con caratteristiche tanto maschili quanto femminili. In termini pratici, ci incarniamo in entrambi i sessi. Non ho mai incontrato nessuno che nel corso delle sue esistenze sia stato sempre maschio o sempre femmina. Veniamo anche creati con uno spirito “gemello identico”, i cui tratti maschili e femminili sono fonadamentalmente la nostra immagine speculare. Quello spirito è la nostra anima gemella, che non è l’altra metà di noi, non più di quanto noi lo siamo di lui. Io non mi considero la metà di qualcuno. E voi? Penso che davvero non ci sia nulla di romantico nel pensare che siamo tutti esseri incompleti vaganti. Se io non sono mezza persona, e voi neppure, perchè si dovrebbe sprecare un solo minuto, per non parlare di un’intera esistenza, a cercare “un’altra metà” che non esiste e che non servirebbe a nessuno? PRobabilmente nell’Aldilà la nostra anima gemella è lo spirito al quale siamo più vicini, ma di certo non siamo gemelli siamesi, invece coltiviamo felicemente amicizie separate, interessi separati, lavori e studi separati e, soprattutto, identità distinte. Con la nostra anima gemella godiamo dell’amore più intimo che ci sia:libero, incondizionato, emancipato ed emancipante, caratterizzato da una mutua conoscenza che soltanto due spiriti gemelli identici possono condividere. Come tutti gli spiriti dell’Aldilà, ogni anima gemella può scegliere di rinascere sulla Terra per un’altra vita. Questo comporta una domanda ovvia: quante probabilità avete, voi e la vostra anima gemella, di arrivare sulla Terra sempre nello stesso momento? Perchè dovreste sentirne il bisogno, dato che comunque siete sempre insieme nell’Aldilà, e dato che l’esperienza che chiamiamo “vita” non è niente più che un salto fuori di Casa? Anche senza contare le scarse possibilità che voi due vi troviate sulla Terra con circa la medesima età, geograficamente abbastanza vicini per incontrarvi da qualche parte nel corso della vita e di sesso opposto per poter formare una coppia?
Quindi, per cortesia, prendetevi ( e lasciate che mi prenda) una pausa e smettete di cercare un’anime gemella che con ogni probabilità in questo momento si sta divertendo un mondo nell’Aldilà, mentre attende il vostro rientro a Casa. 
Non imbarcatevi in una ricerca spasmodica destinata a restare delusa. Non aggrappatevi a una cattiva relazione nell’erronea convinzione che, dopo tutto, si tratta della vostra anima gemella e che appartenete l’uno all’altra, anche se siete infelici. Non sottovalutate un rapporto che funziona alla perfezione perchè vi manca il “feeling” dell’anima gemella.
Dire a qualcuno che deve cambiare mentre continuate a restare con lui in realtà è come dirgli:”Non parlo seriamente, è chiaro che non devi affatto cambiare dato che sono ancora qui”. Dire a qualcuno che volete essere amati quando il suo comportamento è l’esatto opposto dell’amore gli trasmette il messaggio che va bene così, che in realtà non vi aspettate affatto che vi ami se non vuole. Dio non ci ha creati per renderci infelici.
tratto da ” Messaggi dall’Aldilà” Sylvia Browne
Non è necessario credere nella teoria delle altre vite per comprendere il messaggio che la felicità è molto più vicina di quanto pensiamo

LaChieti